Un lungo applauso dai banchi del pd ha segnato l'annuncio dell'ok alla fiducia.
Hanno votato a favore in 173, i contrari sono stati 71. I 35 senatori del M5S, al momento del voto di fiducia, sono usciti dall'Aula. Ora il provvedimento passerà alla Camera.
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Il maxi-emendamento, frutto dell'accordo tra pd e Ncd di Alfano, di fatto riscrive la legge, eliminando la stepchild adoption e l’obbligo di fedeltà.
Soddisfatta per questo primo risultato Monica Cirinnà, la quale però, qualche giorno fa, amareggiata dagli scontri politici col M5S di Grillo e il rinvio del voto, aveva dichiarato che se la legge fosse stata modificata in peggio avrebbe addirittura lasciato la politica. Così è accaduto, ma è comunque molto felice; la solita incoerenza renziana.
Ma c'è anche un altro fatto molto importante da sottolineare.
Determinanti per raggiungere la maggioranza assoluta (quota 161), i 19 voti di 'Ala', il gruppo dei verdiniani. Da ora in avanti, quindi, Matteo Renzi potrà contare sui voti dei senatori guidati da Denis Verdini, i quali, dopo il voto di ieri, hanno rivendicato il loro ingresso nella maggioranza di governo e hanno promesso pieno sostegno all'esecutivo anche in futuro.
Caos e malumori all'interno del pd, mentre le opposizioni insorgono e chiedono al Presidente della Repubblica Mattarella di verificare e chiamare Renzi per prendere atto che la maggioranza che lo sostiene è cambiata.
Più che ad una giornata storica per il nostro Paese dove ha vinto l'amore (cit.), siamo di fronte all'ufficializzazione del governo delle "Unioni (in)Civili" tra Renzi e Verdini.
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