venerdì 30 aprile 2010

La marea nera


Marea nera, l'80% del petrolio arriverà sulle coste
La marea nera nel Golfo del Messico ''è inarrestabile, sulle coste si riverserà l'80% di greggio''. Lo ha detto Ezio Amato già responsabile del servizio emergenze ambientali in mare dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), oggi in forza alle Nazioni Unite.

''L'80% di greggio si riverserà sulle coste, solo al massimo un 10-20% verrà recuperato dalla superficie'', ha detto Amato, il ricercatore che ha partecipato lo scorso autunno alle indagini sulla nave dei veleni a largo delle coste calabresi cosentine.

I disperdenti ''sono solo maquillage'' in questa situazione, e per le coste, ha detto Amato, ''non c'è più niente da fare'', mentre il problema più grande è sul fondo dove occorre assolutamente fermare la fuoriuscita del greggio. ''Si tratta di un'operazione di robotizzazione estremamente difficile a una profondità di 1.500 metri. Il petrolio - ha spiegato Amato - non esce da un pozzo come quello dell'acqua ma da minuscole porosità della roccia dalle quali il sistema di pompaggio con la pressione succhia il petrolio. Quindi i robot, filoguidati, con telecamere, sonar e due braccia manipolatrici che avvitano e svitano è come se dovessero rimettere un tappo a una bottiglia di champagne''.

venerdì 23 aprile 2010

E se sparisse il denaro?

Chi l'ha detto che i soldi sono la causa di tutti i mali? Se non ci fossero affatto, sarebbe molto peggio.
Monete e banconote stanno sparendo dalle nostre tasche, sostituite da carte di credito e sistemi automatici di pagamento.
Si tornerebbe al baratto: tanto per cominciare sparirebbe quasi tutto il commenrcio. Senza monete né banconote, infatti, non resterebbe che il baratto. I negozi non avrebbero più ragione d'essere e tutti vorrebbero generi di prima necessità (vestiti, bevande, cibo e medicine) mentre diventerebbe molto più complicato lo scambio di prodotti specializzati, come le macchine industriali e i ricambi delle automobili.
Niente banche: a causa del crollo deel commercio, ma anche perchè non potrebbero più pagare i propri dipendenti, le industrie chiuderebbero, e svanirebbero dalla circolazione tutti gli oggetti complessi, a partire dal computer (niente + informazione dal blog), tv e cellulari. Non ci sarebbe più spazio per le professioni specializzate, perchè in un mondo del genere sarebbe inutile avere ingegneri elettronici e tecnici. Le banche non avrebbero più senso, e con esse si dileguerebbero i risparmi; l'economia mondiale collasserebbe, e all'improvviso il mondo si scoprirebbe troppo povero per sostenere 6 miliardi di persone. Di conseguenza aumenterebbero le tensioni sociali e le guerre per procurarsi le risorse per sopravvivere. E alla fine la popolazione ondiale si ridurrebbe di molto.
Forse questa visione è molto pessimistica riguardo la moneta e al futuro dell'umanità. Sta a noi fare in modo che tutto ciò non accada mai...

Indagati e condannati al Parlamento Europeo


Indagati e condannati al Parlamento Europeo:7° legislatura clicca qui

sabato 10 aprile 2010

NO CENTRALI NUCLEARI IN ITALIA!!!

Il governo: centrali nucleari in Italia (quando poi non si sa) perchè così si potrà risparmiare sulla bolletta elettrica...
Il governo favorevole alle centrali, poi se chiedi in giro ai cittadini, tutti danno la stessa risposta: NO, NON LE VOGLIAMO!
Questo vuol dire che forse qualcuno non dice la verità...(chissà chi è? bah).
Molto probabilmente sotto sotto ci sono degli interessi ben più grandi che non possono essere svelati così facilmente...

giovedì 8 aprile 2010

Tutto (o quasi) quello che c'è da sapere sull'UNIONE EUROPEA

L'Unione europea (UE o Ue) è un soggetto politico a carattere sovranazionale e intergovernativo che, dal 1º gennaio 2007, comprende 27 paesi membri indipendenti e democratici. La sua istituzione sotto il nome attuale risale al trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992 (entrato in vigore il 1º novembre 1993), al quale tuttavia gli stati aderenti sono giunti dopo il lungo cammino delle Comunità europee precedentemente esistenti.

L'Unione consiste attualmente di una zona di libero mercato, detto mercato comune, caratterizzata, tra l'altro, da una moneta unica, l'euro, regolamentata dalla Banca centrale europea e attualmente adottata da 16 dei 27 stati membri; essa presenta inoltre una unione doganale nata già con il trattato di Roma del 1957 ma completata fra i paesi aderenti agli accordi di Schengen, che garantiscono ai loro cittadini libertà di movimento, lavoro e investimento all'interno degli stati membri. L'Unione presenta, inoltre, una politica agricola comune, una politica commerciale comune e una politica comune della pesca.

L'Unione europea non è una semplice organizzazione intergovernativa (come le Nazioni Unite) né una federazione di Stati (come gli Stati Uniti d'America), ma un organismo sui generis, alle cui istituzioni gli stati membri delegano parte della propria sovranità nazionale. Le sue competenze spaziano dagli affari esteri alla difesa, alle politiche economiche, all'agricoltura, al commercio e alla protezione ambientale. In alcuni di questi campi le funzioni dell'Unione europea la rendono simile a una federazione di stati (per esempio, per quanto riguarda gli affari monetari o le politiche ambientali); in altri settori, invece, l'Unione è più vicina ad una confederazione (per esempio, per quanto riguarda gli affari interni) o a un'organizzazione internazionale (come per la politica estera).

Gli organi principali dell'Unione comprendono il Consiglio dell'Unione europea (denominazione che ha sostituito quella di Consiglio dei Ministri da parte del Trattato di Maastricht), la Commissione, la Corte di Giustizia, il Parlamento, il Consiglio europeo e la Banca centrale europea. L'istituzione dell'Europarlamento risale al 1950 e dal 1979 i suoi membri sono democraticamente eletti, in tutti i territori dell'Unione, a suffragio universale, per una durata in carica di cinque anni. Oggi l'UE è considerata una potenza leader in un mondo multipolare.

mercoledì 7 aprile 2010

EUROPA - ITALIA le differenze...

Video divertente che mostra le principali differenze di abitudini tra l'Europa e l'Italia...

lunedì 5 aprile 2010

PAOLO BARNARD

Scrittore e saggista ha pubblicato nel 2002 per Andromeda "Due Pesi e Due Misure" e nel 2006 per la BUR il libro inchiesta "Perché ci odiano" che condensa nelle sue pagine alcune delle inchieste confezionate per Report ("Perché ci odiano?", puntata andata in onda il 6 aprile 2003 e "L'altro terrorismo", in onda il 23 settembre 2003). Ha curato, per la BUR, "Dall’altra parte" (Bartoccioni, Bonadonna, Sartori), una raccolta di testimonianze di medici ammalati sulla situazione del sistema sanitario italiano.
È stato corrispondente dall’estero collaborando con i maggiori quotidiani italiani.


Ecco qui di seguito alcuni video "illuminanti" di Paolo Barnard:

Come leggeremo domani

+ INFORMAZIONE
- IMMAGINAZIONE

Internet ed e-book ci stanno trasformando in lettori rapidi e poco riflessivi. Più attenti a ciò che serve e meno disposti a lasciarci trasportare dalla fantasia.

Distratti e veloci:
Oggi si sta cambiando il modo di leggere.

Oggi capita spesso di sorvolare sulla parte finale degli articoli del quotidiano e, talvolta, di dovere ricominciare da capo la lettura del pezzo dopo averne già letto metà pensando ad altro. Spesso si leggono più libri contemporaneamente, senza finirli.
I lettori sono diventati impazienti, frenetici e distratti; il modo di leggere è più orientato al risultato (trovare informazioni utili) che all'esperienza (vivere in un modo immaginario). Più che immergerci in un testo, assaporarlo o studiarlo a fondo, passiamo al setaccio cumuli di parole alla ricerca di informazioni.

Computer batte carta:
La modifica delle abitudini di lettura è legata anche al cambio di suppoto: oggi si legge molto, oltre che su carta, a video.

La percentuale di informazioni che arriva da libri e giornali tradizionali è calata, ma la lettura in realtà è aumentata negli ultimi 50 anni perchè si è "trasferita" dalla carta al computer. Basti pensare alla quantità di informazioni che arriva da Internet.

Serve anche nei blog:
Gerd Mannhaupt, docente di didattica della lingua all'università di Erfurt, in Germania, consiglia di provare a trascorrere un'ora con bambini che abbiano un pc per collegarsi alla rete.
Ognuno, a partire dal primo click di mouse, impara che per usare Google bisogna saper leggere.

Così come per farsi ascoltare in un blog o in un forum occorre saper scrivere ed esprimersi in modo scorrevole.
"La nostra vita quotidiana non è mai stata tanto influenzata dalla scrittura come oggi" dice Mannhaupt. Perchè la competenza di lettura richiesta è sempre più profonda, e non solo nel mondo digitale.

Dobbiamo confrontarci costantemente con testi di ogni tipo.
Alcuni ritengono però che il numero delle persone che leggono "in profondità" potrebbe anche ridursi a causa dei nuovi media.

Come utenti di Internet abbiamo la consapevolezza di poter leggere in qualsiasi momento tutto ciò che vogliamo. Ma questo riduce la nostra disponibilità a elaborare i testi, ad assimilarli attraverso lo sforzo personale. Alla lunga, tutto questo potrebbe causare una perdita di importanza dalle lettura, che non significa però per forza di cose un ritorno al Medioevo.