venerdì 25 novembre 2011

Governo Monti, il più vecchio d'Europa

Il Governo (tecnico) presieduto dal senatore Mario Monti è quello più vecchio sia fra i 58 che si sono susseguiti in Italia dal 1948 ad oggi, sia fra i 27 esecutivi europei attualmente in carica.

Età media elevata (64 anni). Poche donne (16 per cento). Ecco la curiosa scoperta che arriva da un dossier messo a punto dall'Associazione Openpolis:

Un dato che risulta in controtendenza sia rispetto alla storia repubblicana del nostro Paese, che ha avuto 1.452 ministri con un'età media di 55 anni; sia rispetto agli altri membri dell'Unione Europea, dove sono in carica 463 ministri con un'età media di 51 anni.


Pienamente confermata invece la tendenza che vede l'età media dei ministri più alta proprio nei governi tecnici. E questo, sia in Italia, dove abbiamo già avuto le esperienze di Pella nel 1953 (58 anni) e di Dini nel 1995 (62 anni). Sia in Europa dove, dopo quello italiano, il governo più vecchio risulta essere quello greco, un altro esecutivo tecnico con 58 anni di età media.


Negli altri paesi dell'Unione invece le cose vanno diversamente. Risultato? Monti è il premier con l'età più alta (68 anni) in un'Europa dove non solo i grandi paesi hanno leader più giovani, Merkel (57 anni) in Germania, Sarkozy (56 anni) in Francia, Cameron (45 anni) nel Regno Unito; ma anche quelli di minor peso non scherzano, visto che ben altri 11 primi ministri risultano addirittura quarantenni. Mettendo poi in fila in ordine decrescente tutti i ministri europei a seconda dell'età, nelle prime 10 posizioni troviamo ben 3 italiani, con il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda (75 anni) recordman assoluto e ministro più anziano dell'Unione.


Per quanto concerne la presenza di donne fra i ministri, nel governo Monti ce ne sono soltanto 3 su 18, pari al 16,6%. Un dato che, anche se basso, è comunque «di poco inferiore alla media europea (19,17%) ed è abbastanza allineato con la storia dei governi italiani, dove in 36 casi su 58 non vi è stata neanche una donna ministro».


Fonte

martedì 22 novembre 2011

Ve lo avevamo detto - Beppe Grillo

Beppe Grillo, dal suo blog: "Tremonti si è dimesso ed è caduto il Governo Berlusconi. Lo dicevo 3 anni fa: "Il debito ci sovrasterà". Dicevo tutte queste cose, ma le dicevo io! Ma Monti, questi professori, i grandi professori con lauree straordinarie, dove erano?".




Ecco il link all'articolo pubblicato tre anni fa (10 Marzo 2008) sul suo blog:

giovedì 17 novembre 2011

Governo Monti. Clini, Passera... "Era meglio Berlusconi?"

Sarà dura togliersi dai piedi il berlusconismo. Sarà dura togliersi dai piedi lo stile di infimo livello che il berlusconismo aveva portato nelle discussioni, pubbliche e private: "Non sei d'accordo? Allora vai a stare a Cuba!" "Non vuoi la centrale nucleare? Allora al buio!" E così via, con argomenti da terza elementare.
Non poteva essere, che appena dimesso Berlusconi tutto ciò sparisse per miracolo. E infatti, ecco che non si può aprir bocca per discutere il nuovo governo Monti che si viene assaliti da astute osservazioni quali: "Allora era meglio Berlusconi? Preferivi la Gelmini? Dovevamo tenerci Gasparri?". La risposta è ovviamente no, e quindi si deve tacere ogni critica su Monti. Bella democrazia, neanche più a parole si può esercitare.
Però voglio divertirmi ugualmente a rispondere a queste geniali osservazioni. "Era meglio il governo Berlusconi?". Chissà, magari forse sì. Ecco perché.

Personalmente, ho molta più paura dei competenti che dei cretini. Un competente le cui opinioni non condivido può fare assai più danni di quanti possa farne un inetto.
Prendiamo le dichiarazioni odierne di Clini, e quelle trascorse di Passera. Un insieme di capolavori: sì alla TAV, sì agli inceneritori, sì ai rigassificatori, sì agli OGM, sì alla caccia, sì persino alle centrali nucleari, come se il referendum non contasse nulla.
Sono le stesse opinioni che esprimevano quegli impresentabili figuri che li hanno preceduti, esattamente le stesse. Ma voglio farvi qualche domanda: se non volete la TAV, gli inceneritori, il nucleare, vi sentite più tranquilli se contro di voi c'è la Prestigiacomo o Corrado Clini? Chi dei due avrà più chances di riuscire nel suo intento? Chi dei due vi sembra più capace, più determinato, più forte nel perseguire i suoi propositi?
E chi dei due ha intorno altri ministri determinati, capaci, competenti, con appoggi giusti, che si dedicano ai medesimi compiti? Vi fa più paura Passera o Brunetta, Passera o Gasparri, chi è in grado di fare più danni quando si tratta di agire in concreto?
Anche a me piace tanto vedere seduti al governo, finalmente, personaggi seri e preparati, gente che tiene un profilo istituzionale, anziché i nani e le ballerine da cui mi vergognavo a sentirmi rappresentata. Ma l'apparenza conta poco, al di là di un sollievo momentaneo: la sostanza, quella che conta davvero, è proprio la stessa di prima. Con in più la forza, le capacità e la determinazione di arrivare fino in fondo.
Li abbiamo chiamati fessi per anni, quelli che si erano fatti infinocchiare dalle barzellette del miliardario e dalle ministre in minigonna. Adesso vediamo di non fare anche noi la stessa fine, incantati dai professori di buone letture, tante lauree, tanto prestigio e soprattutto molta meno inettitudine.
Questo soprattutto deve farci paura, quando è al servizio di tutto ciò che detestiamo.

mercoledì 16 novembre 2011

Governo Monti, la lista dei Ministri e dei Sottosegretari

Mario Monti, dopo oltre due ore di colloquio con Giorgio Napolitano, ha sciolto la riserva e ha accettato l’incarico di formare il nuovo Governo.


Il Presidente del Consiglio ha annunciato i componenti del nuovo esecutivo:
Mario Monti (ad interim) ministro dell'Economia;
Francesco Profumo ministro dell'Istruzione;
Corrado Passera ministro dello Sviluppo Economico ed Infrastrutture;
Giampaolo Di Paola ministro della Difesa;
Paola Severino ministro della Giustizia;
Anna Maria Cancellieri ministro dell'Interno;
Giulio Terzi di Sant’Agata ministro degli Affari Esteri;
Corrado Clini ministro dell'Ambiente;
Mario Catania ministro dell’Agricoltura;
Lorenzo Ornaghi ministro dei Beni e Attività Culturali;
Elsa Fornero ministro del Welfare, con delega per le Pari Opportunità;
Renato Balduzzi ministro della Salute;
Antonio Catricalà sarà Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

Inoltre, Monti ha indicato i Ministri "senza portafoglio":
Enzo Moavero Milanesi – Affari Europei;
Andrea Riccardi – Cooperazione Interna e Internazionale;
Piero Gnudi – Turismo e Sport;
Fabrizio Barca – Coesione Territoriale;
Piero Giarda – Rapporti col Parlamento.

Il giuramento del nuovo Governo si terrà oggi pomeriggio alle ore 17. (video)


Aggiornamento (29/11/2011): Alla presenza del Presidente del Consiglio, Mario Monti, del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, e del Segretario generale della Presidenza, Manlio Strano, si è svolto a Palazzo Chigi il giuramento dei Sottosegretari:
Filippo Patroni Griffi, ministro alla Pubblica Amministrazione con deleghe alla Semplificazione.
Micael Martone, viceministro al Lavoro.
Vittorio Grilli, viceministro del Tesoro.
Mario Ciaccia, viceministro dello Sviluppo Economico con delega alle Infrastrutture.
Cecilia Guerra, sottosegretario al Lavoro.
Roberto Cecchi, sottosegretario ai Beni culturali.
Francesco Braga, sottosegretario all'Agricoltura.
Tullio Fanelli, sottosegretario all'Ambiente.
Elena Ugolini e Marco Rossi Doria, sottosegretari all'Istruzione.
Adelfio Elio Cardinali è sottosegretario alla Salute.
Guido Improta è sottosegretario alle Infrastrutture.
Claudio De Vincenti e Massimo Vari, sottosegretari allo Sviluppo Economico.
Marta Dassù e Staffan De Mistura, sottosegretari agli Esteri.
Carlo De Stefano, Giovanni Ferrara e Saverio Ruperto, sottosegretari all'Interno.
Andrea Zoppini e Salvatore Mazzamuto, sottosegretari alla Giustizia.
Filippo Milone e Gianluigi Magri, sottosegretari alla Difesa.
Vieri Ceriani e Gianfranco Polillo, sottosegretari all'Economia.
Giampaolo D'Andrea e Antonio Malaschini, sottosegretari ai Rapporti con il Parlamento.
Carlo Malinconico, sottosegretario all'Editoria.
Paolo Peluffo, sottosegretario alla Comunicazione e all'informazione.


Il sito del Governo italiano: http://www.governo.it/

martedì 15 novembre 2011

Wikitalia, il portale della politica trasparente e partecipata

Wikitalia è l’iniziativa nata da “un gruppo di appassionati di web e democrazia, per realizzare una piattaforma da mettere gratuitamente a disposizione delle città italiane dove sviluppare degli strumenti in open source che garantiscano la trasparenza della politica, consentano il riutilizzo dei dati pubblici e favoriscano la partecipazione dei cittadini”. Si ispirano al modello inglese di MySociety, attraverso il quale oltre 200mila cittadini britannici hanno scritto ai propri parlamentari e promosso azioni di tutela del decoro pubblico, e all’omologo statunitense CodeforAmerica.

La bella politica è wiki. Chi ne è convinto crede “che Internet possa abilitare nuove forme di interazione tra governo e cittadini” e intende farlo coinvolgendo le piccole e grandi amministrazioni locali. E ha iniziato a farlo, ovviamente online, a partire da un manifesto che invita ognuno a collaborare per decidere sul territorio. Hanno già aderito, Torino, Firenze e Matera. L’obiettivo del team Wikitalia è quello di raccogliere a breve anche le adesioni di Milano e Roma per estendere la trasparenza online alle due principali città italiane. E i cittadini sono chiamati a farsi avanti. Wikitalia infatti, aggiunge Mauro Lattuada dei Green Geek, tra i collaboratori del progetto, attende le adesioni di chi vorrà “seguire operativamente sul posto lo sviluppo delle applicazioni e della proposta di open gov”. Visto che anche le idee in Rete hanno bisogno di capitale umano.


domenica 13 novembre 2011

Mario Monti è il nuovo Presidente del Consiglio incaricato

Mario Monti è il nuovo Presidente del Consiglio incaricato. Nel tardo pomeriggio (ore 19.46) ha ricevuto l'incarico dal Presidente della Repubblica.

Dopo esser stato incaricato dal Presidente della Repubblica, Mario Monti ha tenuto un discorso alla stampa per tracciare le linee guida del suo impegno per il Paese. Ha detto di aver accettato con riserva il compito attribuitogli dal Capo dello Stato, ma ha ribadito che a sua volta farà delle consultazioni (“rapide ma scrupolose”) prima di sciogliere o meno la sua riserva.
Subito dopo è toccato al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, presentarsi nella sala stampa del Quirinale, per spiegare ciò che lo ha portato ad incaricare Monti di formare un nuovo Governo: “Non si tratta di operare nessun ribaltamento né di venire meno all’impegno di rinnovare la democrazia dell’alternanza attraverso le elezioni. Si tratta solo di dar vita a un governo che unisca forze politiche diverse in uno sforzo straordinaria che l’attuale emergenza esige”. (leggi qui il discorso integrale)

Poco prima, mentre Monti era a colloquio al Quirinale, Berlusconi ha registrato e poi inviato alle televisioni il suo nuovo videomessaggio al Paese: un discorso commosso, trasmesso poco dopo le 19 in cui l’ormai ex-premier assicura di non volere fare un passo indietro: “Non mi attendo riconoscimenti, ma non mi arrenderò finché non saremo riusciti a liberare il Paese dalle incostrazioni ideologiche e corporative. Anzi, da domani raddoppierò il mio impegno in Parlamento”. (guarda qui il video)

Ue: “Incarico a Monti è segnale che incoraggia”.

sabato 12 novembre 2011

La fine del "ventennio berlusconiano"


Silvio Berlusconi si è dimesso.
Dopo l'approvazione della legge di stabilità, il Presidente del Consiglio è salito al Quirinale intorno alle 21.00 per rimettere il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica.
Alle ore 21.42 la notizia ufficiale delle sue dimissioni.

E' la fine del "ventennio berlusconiano".

THE END.

Legge di Stabilità

Mentre la pressione dei mercati sul debito pubblico italiano continua a salire e l'Unione Europea insiste perché l'Italia vari le riforme strutturali necessarie a rilanciare la crescita economica, i senatori prenotano 150 milioni di fondi pubblici da spendere nei loro collegi elettorali.

Un emendamento alla legge di Stabilità firmato dal relatore, il leghista Massimo Garavaglia, stanzia 100 milioni nel 2012 e altri 50 milioni nel 2013 per rifinanziare la cosiddetta legge 'mancia', il provvedimento che destina micro finanziamenti a pioggia.
L'emendamento parla eufemisticamente di "interventi urgenti finalizzati al riequilibrio socio-economico e allo sviluppo dei territori e alla promozione di attività sportive, culturali e sociali", ma la verità è che le somme serviranno ai parlamentari per esigenze di consenso politico e elettorale.

Di solito, infatti, la legge riconosce finanziamenti da poche migliaia di euro ad associazioni culturali e sociali, parrocchie, oratori e società sportive sostenute dai politici.

Qualora l'emendamento fosse approvato, sarà un decreto del ministero dell'Economia a ripartire le risorse. Ma spetterà alle commissioni parlamentari competenti individuare i beneficiari "con apposito atto di indirizzo", come recita l'emendamento.

Lo stesso emendamento riconosce 70 milioni ai policlinici gestiti da Università non statali.


(ringrazio Stateve Aqquorti per la segnalazione)


Ultim'ora: La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva la legge di Stabilità, aprendo la strada alle imminenti dimissioni di Silvio Berlusconi e al tentativo di formare un nuovo governo sotto la presidenza di Mario Monti.
I voti a favore sono stati 380, i contrari 26 e gli astenuti 2. Fra le opposizioni, il Pd non ha votato, l'Idv ha votato contro, l'Udc e Fli a favore.
La legge di Stabilità, l'ultimo atto del quarto governo Berlusconi, contiene le prime misure promesse dall'Italia all'Europa per rilanciare la crescita economica e ripristinare la fiducia dei mercati sul debito pubblico italiano.

venerdì 11 novembre 2011

La penetrazione della "banda larga" in Italia

La penetrazione della banda larga in Italia è del 22 per cento, contro una media europea del 26 per cento. Abbiamo aree che sono prive di connessione a banda larga e altre che hanno solo connessioni a velocità molto ridotta.
Gli investimenti nella banda larga possono generare alti ritorni per l'economia, ma la situazione è in totale stallo. Gli investimenti pubblici sono stati sospesi, mentre nel settore privato, condizionato da imprese telefoniche che operano in mercati regolati, è in corso un "tutti contro tutti" dannoso per il Paese.
Studi recenti hanno evidenziato l'effetto positivo degli investimenti nella banda larga. In particolare è emerso che 0,24 punti percentuali della crescita dei Paesi europei, su un tasso medio pari a 2,64 per cento per il periodo 2002-2007, possono essere attribuiti agli effetti diretti e indiretti degli investimenti nella banda larga. In Italia il contributo è stato dello 0,15 per cento.

Uno studio della Banca mondiale, inoltre, ha dimostrato che una variazione di 10 punti percentuali della penetrazione della banda larga genera un aumento di 1,21 punti percentuali di crescita del Pil pro capite nelle economie sviluppate. Un aumento tutt'altro che irrilevante.

Se il mercato è bloccato e le imprese si arroccano in una posizione di stallo, l'intervanto pubblico sulla Rete diventa la soluzione più ragionevole. E' successo esattamente questo in altri Paesi, come il Giappone e l'Australia. Trovare i soldi in questa fase di congiuntura economica negativa non è facile, ma non è più possibile rimandare.

venerdì 4 novembre 2011

Berlusconi al G20: "In Italia la crisi non si sente"

Il Presidente del Consiglio Berlusconi, durante la conferenza stampa  al G20:
"Noi siamo veramente un'economia forte ... la vita in Italia è la vita di un paese benestante ... i consumi non sono diminuiti, i ristoranti sono pieni, i posti sugli aerei si prenotano con fatica, i posti di vacanze nei ponti sono assolutamente iper-prenotati ...  
... ecco, non credo che voi vi accorgiate, andando a vivere in Italia, che l'Italia senta qualche cosa che possa somigliare ad una forte crisi ... non mi sembra ...".

mercoledì 2 novembre 2011

Classifica di Transparency sulla corruzione aziendale, Italia la peggiore d’Europa

E' uscito il rapporto di Trasparency International sulla propensione delle imprese a pagare mazzette. E nella classifica dei paesi più corruttori, l’Italia occupa il quindicesimo posto. Vale a dire, la peggiore d’Europa.

Nella classifica dei Paesi più corruttori, cioè quelli dove le aziende sono più disponibili a pagare mazzette, l’Italia sta al quindicesimo posto. Vale a dire, la peggiore d’Europa, e con lo stesso punteggio di Hong Kong, Malesia e Sudafrica. E’ il risultato della ricerca sulla “predisposizione alla corruzione”, cioè il “Bribe Payers Index”, pubblicato da Transparency International, una delle più autorevoli organizzazioni internazionali impegnate sul tema.
Transparency ha preso in considerazione le 28 economie più importanti del mondo e ha chiesto a oltre tremila manager internazionali il loro giudizio sul comportamento delle imprese di ciascun Paese quando fanno affari all’estero, proprio sul fronte della disponibilità a corrompere. I Paesi peggiori sono risultati nell’ordine Russia, Cina e Messico. Meglio dell’Italia fanno tutti i paesi europei considerati (Svizzera e Olanda a pari merito i più virtuosi), Stati Uniti, Canada, Giappone, ma anche Brasile e Corea del Sud. A livello globale, secondo Transparency, il settore più “sporco” è quello degli appalti e delle costruzioni, seguito dai servizi pubblici, poi l’immobiliare e il petrolio-gas. (Qui il rapporto integrale e le classifiche, in lingua inglese).

I soldi della corruzione possono essere recuperati per fronteggiare la crisi economica. Ne è convinta Maria Teresa Brassiolo, presidente di Transparency Italia, che a commento dei dati rivolge un appello a Silvio Berlusconi: “Il presidente del consiglio ha detto ‘Non ci sono più soldi, ci inventeremo qualcosa’. Ecco, presidente, inserisca nel Decreto sviluppo la lotta alla corruzione in modo efficace e troverà i soldi che mancano”. La corruzione, vera o percepita, influisce infatti “fino al 30% sul rating paese e sugli investimenti esteri, costituendo un impedimento alla crescita e allo sviluppo dell’economia e del lavoro”. La lotta alla corruzione, invece, “fa diminuire i costi pubblici e quindi il debito e lascia risorse all’economia virtuosa che investe e crea lavoro certo e dignitoso. Qualsiasi progetto di sviluppo non può non mettere al primo posto il contrasto alla corruzione”.
In Parlamento, ricorda ancora il presidente di Transaparency, giace da tempo il disegno di legge anticorruzione “approvato al Senato e ora scivolato in qualche cassetto della Camera dei Deputati”. Dove potrebbero essere introdotte misure più incisive, come “speciali codici di condotta per i membri del Parlamento e del Governo e protezioni efficaci per coloro che segnalano malversazioni”.