mercoledì 21 dicembre 2016

Il TAV Torino-Lione si farà


La linea ferroviaria ad alta velocità fra Torino e Lione si farà. La Camera dei Deputati ha dato il via libera definitivo al ddl, già approvato al Senato, che ratifica il trattato tra Italia e Francia sul TAV. Il testo è passato con 285 voti a favore, 103 contrari e tre astenuti. Contrari il MoVimento 5 Stelle, Sinistra italiana-Sel e Alternativa Libera. Durante la votazione finale i deputati 5Stelle hanno protestato esponendo in Aula e nell’emiciclo striscioni e foulard con la scritta ‘NO TAV‘.

L’esecuzione dell’accordo fissa il definitivo inizio dei lavori sulla linea ferroviaria Torino-Lione, a 25 anni di distanza dall’avvio dell’iter. In particolare, si quantificano i costi in una cifra pari a 8,3 miliardi di euro, definendo la ripartizione fra Italia e Francia, soggetta a “verifica annuale fino al completamento dei lavori”.

I portavoce del M5S parlano di “costi imprecisati” e “stupro del territorio”.
Poco prima della votazione il primo a esprimere tutta la sua contrarietà al Tav è stato Luigi Di Maio che in un post su Facebook ha parlato di una “ratifica vergognosa” e di “57 km di tunnel che sventra inutilmente un intero territorio, con costi stimati, secondo gli ultimi preventivi, in 26 miliardi“. Gli ha fatto eco poco dopo la deputata M5S Maria Edera Spadoni: “Un voto che sventra una valle, prosciuga i corsi d’acqua, sparge polvere di amianto su tutto il territorio. Ecco cos’è l’accordo Italia-Francia sul Tav”. “Hanno ignorato completamente il popolo valsusino – ha proseguito la relatrice di minoranza –  hanno presentato calcoli inattendibili del costo dell’opera, mentre la corte dei conti francese si è espressa apertamente contro questo progetto. Senza contare il rischio di infiltrazioni mafiose, rischio comprovato dalle intercettazioni telefoniche in odore di ‘ndrangheta di luglio, dove si parla di finanziare il movimento ‘Sì Tav’ per creare nell’opinione pubblica un orientamento favorevole all’opera“, ha detto la deputata Spadoni. “Siamo sicuri di aver portato la voce della Valsusa – ha concluso – troppo spesso dimenticata in questo palazzo”.


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