venerdì 1 agosto 2014

Clima impazzito, ecco chi ci guadagna

Il giornalista americano McKenzie Funk ha scritto un libro, Windfall. The booming Business of Global Warming, nel quale ha documentato, dopo un lavoro di ricerca durato sei anni, come stia crescendo il "business del disastro climatico", miliardi in arrivo per chi scommette su scioglimento dei ghiacci, inondazioni, carestie, incendi, siccità ed altri disastri naturali dovuti al riscaldamento globale.
 
 
Ma chi sono i soggetti interessati a questo catastrofico business?
Sono le società petrolifere, industriali, finanziarie e di assicurazioni; fino ad arrivare ad alcuni Stati.
La buona notizia è che finalmente alcune di queste società ed Istituzioni credono che il cambiamento climatico esista; la cattiva è che non hanno nessuna intenzione di contrastarlo, perchè hanno capito che ne ricaveranno moltissimi soldi.
Facciamo qualche esempio.
Ci sono alcune compagnie energetiche e minerarie che hanno già iniziato a sfruttare gas, petrolio, carbone e metalli che il ghiaccio artico in ritirata sta rendendo accessibili. La cosa sconcertante è che a guadagnare sono spesso Nazioni e corporation che hanno fatto di tutto per ritardare l'azione contro il cambiamento climatico, e che ora ne colgono i frutti, indifferenti anche al fatto che così, non solo mettono in pericolo l'incontaminato ambiente artico, ma aggiungeranno anche altra CO2 all'aria, il che scioglierà altro ghiaccio, rendendo accessibili ancora più risorse, in un pericoloso circolo vizioso. C'è poi chi sta producendo dissalatori di acqua marina, un settore in pieno boom in Paesi come Israele, Arabia Saudita e Australia. O chi costruisce dighe e argini contro alluvioni e crescita del livello del mare, o addirittura isole galleggianti artificiali in luoghi dove quelle attuali verranno sommerse. Non mancano poi fondi speculativi che propongono di investire nell'acquisto di terreni in Africa, in previsione di future carestie, o nel "petrolio del XX secolo", cioè l'acqua dolce. Alcune società acquistano diritti di irrigazione in aree soggette a frequenti periodi di siccità, rivendendoli con grandi profitti quando le piogge mancano. Persino le compagnie di assicurazione, per ora, guadagnano dal global warming, aumentando i premi per le persone che vivono nelle aree a rischio.
"Ecco il mondo che ci aspetta" afferma Funk, "dove l'adattamento ai danni del cambiamento climatico sarà appannaggio dei Paesi o individui ricchi, mentre i poveri, che non sono certo i responsabili del problema, ne subiranno i danni".

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