
La marea nera nel Golfo del Messico ''è inarrestabile, sulle coste si riverserà l'80% di greggio''. Lo ha detto Ezio Amato già responsabile del servizio emergenze ambientali in mare dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), oggi in forza alle Nazioni Unite.
''L'80% di greggio si riverserà sulle coste, solo al massimo un 10-20% verrà recuperato dalla superficie'', ha detto Amato, il ricercatore che ha partecipato lo scorso autunno alle indagini sulla nave dei veleni a largo delle coste calabresi cosentine.
I disperdenti ''sono solo maquillage'' in questa situazione, e per le coste, ha detto Amato, ''non c'è più niente da fare'', mentre il problema più grande è sul fondo dove occorre assolutamente fermare la fuoriuscita del greggio. ''Si tratta di un'operazione di robotizzazione estremamente difficile a una profondità di 1.500 metri. Il petrolio - ha spiegato Amato - non esce da un pozzo come quello dell'acqua ma da minuscole porosità della roccia dalle quali il sistema di pompaggio con la pressione succhia il petrolio. Quindi i robot, filoguidati, con telecamere, sonar e due braccia manipolatrici che avvitano e svitano è come se dovessero rimettere un tappo a una bottiglia di champagne''.