L'agenzia internazionale di rating Standard & Poor's ha declassato il debito sovrano a breve e a lungo termine dell'Italia portandolo a «A» da «A+» e a «A-1» dal precedente «A-1+».
Le prospettive future per l'Italia, spiega l'agenzia americana, sono per giunta «negative». La notizia è arrivata almeno in parte a sorpresa, dopo che Moody's, un'altra agenzia di rating, aveva deciso di tenere sotto osservazione il nostro debito sovrano ancora per un mese.
Le prospettive future per l'Italia, spiega l'agenzia americana, sono per giunta «negative». La notizia è arrivata almeno in parte a sorpresa, dopo che Moody's, un'altra agenzia di rating, aveva deciso di tenere sotto osservazione il nostro debito sovrano ancora per un mese.
Crescita debole e governo troppo fragile, queste le motivazioni del declassamento del deficit del nostro paese.
Il Governo italiano: Berlusconi protesta: "Colpa dei media"; valutazioni politiche, non reali. "Il governo ha sempre ottenuto la fiducia del Parlamento dimostrando così la solidità della propria maggioranza. Le valutazioni di Standard & Poor's sembrano dettate più dai retroscena dei quotidiani che dalla realtà delle cose e appaiono viziate da considerazioni politiche" ha commentato palazzo Chigi in una nota. "Vale la pena di ricordare che l'Italia ha varato interventi che puntano al pareggio del bilancio nel 2013 e il Governo sta predisponendo misure a favore della crescita, i cui frutti si vedranno nel breve-medio periodo".
La replica dell'agenzia Standard & Poor's: "Non ci occupiamo di politica". "I rating sovrani di Standard & Poor's sono valutazioni apolitiche e prospettiche del rischio di credito fornite agli investitori". "Valutiamo l'impatto dei governi sull'economia". E ancora: "La valutazione di Standard & Poor's", ha precisato l'agenzia, "è basata su un'analisi dettagliata e indipendente delle prospettive economiche e fiscali dell'Italia e sulle ipotesi relative all'andamento prospettico atteso del debito, come illustrato ampiamente nei due report pubblicati". L'agenzia ha così concluso: "I rating indicano come diverse iniziative politiche possono impattare l'affidabilità finanziaria e non intendono dare alcun suggerimento sulle politiche che un governo dovrebbe o non dovrebbe perseguire".
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