martedì 19 aprile 2011

L'energia nucleare prodotta in Europa


Qual è la quota di energia nucleare prodotta attualmente nei Paesi dell'Europa?

Ecco i dati forniti dalla Rappresentanza a Milano della Commissione europea: attualmente il nucleare garantisce il 27,78% dell'energia dell'Unione Europea.

In totale ci sono 143 centrali nucleari in funzione in 14 Stati (7 in Belgio, 2 in Bulgaria, 6 nella Repubblica Ceca, 4 in Finlandia, 58 in Francia, 17 in Germania, 4 in Ungheria, 1 in Olanda, 2 in Romania, 4 in Slovacchia, 1 in Slovenia, 8 in Spagna, 10 in Svezia e 19 nel Regno Unito).



La Francia ottiene il 76,29% della sua energia dal nucleare; la Lituania il 72,12; la Slovacchia il 57,67; la Germania il 23,30; la Spagna il 18,8; il Regno Unito il 13,48.

Non hanno il nucleare (per fortuna), oltre all'Italia: l'Austria, Cipro, Danimarca, Estonia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Polonia e Portogallo.

Genchi: colpevole per non aver commesso il fatto - Marco Travaglio


Fonte: Blog di Beppe Grillo

martedì 12 aprile 2011

Non ci fu nessun attentato a Belpietro

Dell'agguato/attentato al direttore di Libero Maurizio Belpietro ne avevo parlato nell'ottobre scorso in questo post.

Notizia di oggi: non ci fu nessun attentato!

La procura di Milano esclude "ragionevolmente" che il primo ottobre del 2010 il giornalista Maurizio Belpietro fu vittima di un attentato. Infatti: "L’uomo scambiato per un attentatore era in realtà un ladro". Con questa motivazione la procura di Milano ha deciso di archiviare l’inchiesta sul presunto attentato al direttore di Libero.

lunedì 11 aprile 2011

I 400.000 ladroni - Marco Travaglio


Fonte: Blog di Beppe Grillo

Altri soldi pubblici nelle tasche dei politici

In questo periodo di profonda crisi economica la Casta cosa fà? Si raddoppia i fondi, infischiandosene della gente. Infatti l’onorevole Ugo Sposetti, storico tesoriere dei Ds e oggi deputato del Partito democratico, chiede che i rimborsi elettorali ai partiti passino da 160 milioni di euro a 345 milioni. 

La nuova norma proposta, di fatto, raddoppia i "costi della politica", moltiplicando per due i contenitori che possono ricevere soldi pubblici: ai partiti, chiamati ad organizzare il consenso, si aggiungerebbero le fondazioni che andrebbero a curare "l’attività culturale e la formazione politica" del partito cui fanno riferimento (sono solo la scusa per procurare nuovi soldi ai partiti). Inoltre il rimborso elettorale (un euro per ogni avente diritto al voto, moltiplicato per gli anni della legislatura e per ogni organo elettivo) ritornerebbe a essere concesso ad ogni partito che superi la soglia dell’1%.

La proposta, presentata lo scorso ottobre, domani sarà all’attenzione della commissione Affari costituzionali di Montecitorio. L’hanno firmata 56 deputati di tutti gli schieramenti: molti Pd, cinque Pdl, l’Udc Savino Pezzotta, il Responsabile D’Anna, anche l’Idv Di Stanislao e Luca Barbareschi, all’epoca in Fli.

Una domanda mi sorge spontanea: ma il referendum del ‘93 (con il 90,3% dei voti espressi a favore) non avrebbe dovuto abolire il finanziamento pubblico dei partiti?

Torna il buco nell’ozono. Questa volta al Polo nord

Dopo la messa al bando, oltre vent'anni fa, del freon e delle altre sostanze responsabili dell'assottigliamento dell'atmosfera, sembrava che almeno questo problema ambientale l'umanità fosse riuscito a risolverlo. Invece non è così. L'assottigliamento dell'importante filtro atmosferico continua a fare preoccupare gli esperti.

Torna l’allarme buco nell’ozono. Questa volta, però, non in Antartide come negli anni addietro, ma dalla parte opposta della Terra: al Polo nord. Un fenomeno “nuovo ed inusuale”, che presenta record mai registrati prima.

Generalmente, l’ozonosfera è più spessa ai poli che all’equatore, ed ogni anno durante l’inverno subisce una riduzione temporanea nelle regioni polari. In questi ultimi mesi, però, il suo assottigliamento è stato del 40%: 10 punti percentuali oltre la media stagionale. Il livello più basso mai raggiunto. Ad effettuare e diffondere le rilevazioni sono state contemporaneamente l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e l’Organizzazione Meteorologica Mondiale delle Nazioni Unite (Omm). Che, in una nota, ha rilanciato con forza la necessità di ridurre nella nostra atmosfera sostanze nocive come clorofluorocarburi (Cfc), gas refrigeranti ed idrocarburi alogenati. Tutti composti che, ormai da alcuni decenni, stanno causando il deterioramento innaturale di questo importante filtro di raggi ultravioletti. Serve agire subito, affermano gli scienziati, perché questi gas possono rimanere in atmosfera anche più di 120 anni.

Era da tempo che non si sentiva nominare, ma oggi lo strato di ozono torna a far parlare di sé. Dopo la messa al bando, avvenuta oltre vent’anni fa, del freon e di altre sostanze come gli halon degli estintori, si pensava che almeno questo problema ambientale l’umanità fosse riuscita a risolverlo. Invece, dall’inizio dell’inverno alla fine di marzo di quest’anno, sopra i cieli della calotta polare si è registrato un assottigliamento della barriera terrestre ai raggi UV che non si era mai visto prima. La situazione è degenerata a causa delle temperature insolitamente rigide di quest’ultimo inverno: un freddo arrivato a superare i -78ºC. “L’assottigliamento è massimo alla fine dell’inverno, soprattutto se particolarmente freddo come quest’anno, perché i raggi solari che raggiungono la stratosfera interagiscono con i Cfc facendo loro rilasciare gli atomi di cloro e bromo che a loro volta distruggono l’ozono”, spiega Paolo Bonasoni dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del Cnr di Bologna: “Per effetto della circolazione atmosferica questi inquinanti vengono poi portati dal livello del terreno alla stratosfera, e si concentrano ai poli”.

In pratica, le sostanze chimiche che ledono l’ozonosfera si sono combinate al cosiddetto “vortice polare”, un’area di bassa pressione che ha provocato venti più forti del normale. Questi hanno allontanato la massa atmosferica sul Polo Nord, impedendole di mischiarsi con l’aria più calda delle medie latitudini. In questo modo si sono generate le temperature eccessivamente basse di cui sopra. Un circolo vizioso, che anche l’Esa spiega così: “Durante il mese di marzo questa massa d’aria fredda, colpita dalla luce del sole, ha rilasciato, soprattutto nella parte più bassa della stratosfera, a circa 20 km dalla superficie, atomi di cloro e bromo, prodotti dei clorofluorocarburi”, i responsabili del progressivo disfacimento dell’ozono.

Le temperature stratosferiche non erano così basse dal 1997, ma per l’Esa questo fenomeno continuerà a ripetersi nei prossimi decenni. Ciò che si cerca di capire ora è il motivo dell’improvviso calo di quest’anno, e soprattutto il suo eventuale legame con i cambiamenti climatici. Per Michel Jarraud, segretario generale della Omm: “La stratosfera artica continua ad essere vulnerabile alla distruzione dell’ozono a causa delle sostanze lesive dell’ozono legate alle attività umane”. Bisogna fare attenzione, quindi. Prima che la situazione precipiti. “Il grado di perdita ogni inverno dipende dalle condizioni meteorologiche”, ha aggiunto Jarraud: “Per il 2011 la diminuzione dello strato comprova che dobbiamo restare vigili e seguire da vicino la situazione nella regione artica nei prossimi anni”.

di Andrea Bertaglio

sabato 9 aprile 2011

Blog, così la crisi economica cancella le voci libere della rete

In Italia fare il proprio diario telematico in maniera professionale è sempre più difficile. I blogger nostrani hanno infatti sempre un "secondo" lavoro: medici, commercialisti e soprattuto giornalisti. Chi invece non ha altre entrate, spesso è costretto a chiudere il proprio sito. Troppa pochi gli inserzionisti pubblicitari.

La crisi economica colpisce anche i blogger italiani. C’è chi accumula debiti e subisce la pressione delle banche. Oppure chi pensa di chiudere il proprio sito Internet, dopo anni di faticoso impegno per conquistare una certa visibilità. In Italia, infatti, sembra impossibile guadagnare curando un diario on line. Tra quelli più visitati, al top delle classifiche, ci sono giornalisti, avvocati, medici, commercialisti e comici: gente con un mestiere e uno stipendio. Quelli invece che dedicano il proprio tempo a scrivere centinaia di post – sostenuti magari solo da pochi lavori precari – rischiano una crisi di nervi e il conto in rosso.

Nei giorni scorsi Claudio Messora, video blogger milanese, ha lanciato un “sos” su Byoblu.com: gli servono 10 mila euro entro poche settimane, altrimenti le rate del mutuo e le pressioni della banca gli renderanno la vita impossibile. I suoi sostenitori gli hanno spedito 8.686 euro in pochi giorni, attraverso donazioni su Paypal, bonifici e ricariche sulla Postepay. Ma lui rilancia, mettendo in vendita il suo dominio. Con oltre 100 mila visite mensili Byoblu è tra i primi trenta blog più letti in Italia.

Scrivere post e montare decine di video al mese, costa però impegno e soldi. “In Italia guadagnare con un blog è complicato: non esiste una struttura pubblicitaria che valorizzi il nostro lavoro e siamo penalizzati da una atrofia mentale dei cittadini, che non investono sulla libera informazione. Io dedico al blog anche 10-12 ore al giorno, tra ricerche, scrittura e montaggio video. E poi ho anche il problema di qualche citazione in tribunale per ciò che ho scritto”, spiega Messora. I suoi guadagni mensili? Una media di 400 euro con gli annunci di Google e qualche centinaio di euro attraverso le donazioni. Non sufficienti, quindi, per mantenere se stesso e la sua famiglia.

Nonleggerlo è tra i blog rivelazione 2010 ai Macchianera Awards. Ha scalato le classifiche italiane e conta oltre 150 mila visite al mese. Lo cura un ragazzo di 28 anni, di Udine, che si cela dietro il nome di “Wil”. Nella sua home page, prima di ogni post, ha inserito il pulsante della donazione. Con un messaggio chiaro: “Questo blog costa tempo, bile e denaro, e sarebbe bello rientrare almeno delle spese”. Anche lui, come Messora, è un blogger “puro”. Cioè non ha altre attività prevalenti. E via mail spiega: “Vivere con le donazioni del blog non è possibile. Ho alcune entrate attraverso la pubblicità, ma coprono una parte delle spese e non pagano il lavoro di ricerca e scrittura.  Per ora non ho intenzione di chiudere il blog, ma se entro breve non riuscirò ad aumentare le entrate, sarà difficile continuare in questo modo, dato che la baracca costa, e prendo la cosa con rigore.”

Blogbabel è la classifica dei blog italiani più letti. E’ un progetto del Gruppo Banzai e monitorizza 29.643 blog. In vetta alla classifica ci sono siti gestiti da professionisti. Qualche nome? Il comico Beppe Grillo (oltre 250 mila visite mensili) col suo blog vende spettacoli, dvd e libri. Ma dietro di lui c’è la potente macchina organizzativa della Casaleggio Associati. Oppure Alessandro Gilioli, giornalista all’Espresso esperto di internet e tecnologie. Il suo Piovono Rane si contende le prime posizioni, con oltre 200 mila visite. “Non credo si può sopravvivere in Italia facendo il blogger a tempo pieno. Almeno, non ancora. Nel mio caso sono un privilegiato. Ho ricevuto una decina di querela per alcuni post sul blog, con altrettante cause civili. Per ora non ho mai perso, ma diverse cause sono ancora in corso. Siamo coperti – tutti i blogger dell’Espresso – dall’editore: il che, non lo nego, mi permette una serenità molto maggiore, nello scrivere, rispetto ai blogger che non sono nei giornali”.

Massimo Mantellini, decano dei blogger italiani con oltre 200 mila visite al mese e tra i “top ten” italiani, ha scelto di non guadagnare nulla col suo blog. E per vivere fa il medico. Un altro dei “top blogger” è Alessandro Capriccioli di Metilparaben. Di mestiere fa il commercialista. Ogni mese lo seguono oltre 200 mila lettori e con la pubblicità riesce a guadagnare circa 200 euro al mese. Poi è iscritto al Network Blog di Liquida (altro progetto di Banzai) e incassa ogni tre mesi circa 250 euro. “E’ impossibile fare il blogger a tempo pieno e sopravvivere sul piano economico – spiega Capriccioli – perché in Italia manca un network di professionisti della pubblicità che sostenga il nostro lavoro. L’idea di pagare a click la pubblicità non funziona. Se ogni mese 200 mila persone guardano il logo di un’azienda sul mio blog, perché non devo essere pagato come un normale spot? Ogni giorno dedico due ore al mio sito, ma per fortuna ho un lavoro che mi consente di sopravvivere”.

In Italia Liquida Network compra spazi pubblicitari “chiavi in mano” sui blog più autorevoli. Bisogna avere però i grandi numeri. E si può arrivare a guadagnare anche 2 mila euro al mese, come ci conferma Andrea Santagata, fondatore di Liquida e amministratore area media Banzai: “Abbiamo 80 blog a cui nel 2010 abbiamo girato 80 mila euro di pubblicità. E nel 2011 arriveremo a 150 mila euro. Quelli più cliccati possono arrivare a guadagnare qualche migliaio di euro al mese. E poi ci sono i guadagni indiretti: la vendita di libri, o la consulenza ad aziende sui temi della blogosfera, come nel caso di Luca Conti. Si può vivere facendo un blog, ma bisogna impegnarsi con professionalità”.

Non la pensa allo stesso modo Tina Galante, insegnante. Il suo blog Tisbe è riuscito a salire le classifiche italiane, ma di guadagni ne ha visti pochi. “Ho un normale stipendio da insegnante e una figlia da mantenere. Non potrei pensare di mantenermi col mio blog”.

di Enzo Di Frenna

Fonte: Il Fatto Quotidiano

venerdì 8 aprile 2011

Stracquadanio Show

Show di Giorgio Clelio Stracquadanio ad Annozero durante la puntata del 7/4/2011.



Ma scopriamo meglio chi è questo simpatico signore.

Ecco la sua attività politica [tratta da Wikipedia]:

Negli anni '80, Stracquadanio era attivista del Partito Radicale di Marco Pannella e portaborse di Tiziana Maiolo, allora assessore comunale antiproibizionista. Nel 1993 è stato candidato come consigliere comunale a Milano per la lista di Tiziana Maiolo; la lista non entrò in Consiglio. Nel 1996 Stracquadanio si candida alla Camera dei deputati nel Polo delle Libertà, senza essere eletto. Viene eletto nell'aprile 2006 al Senato nelle liste di Forza Italia. Pur continuando a partecipare ai lavori politici di Forza Italia e restando esponente effettivo del partito, dopo un mese aderisce al gruppo parlamentare Democrazia Cristiana per le Autonomie per garantire il raggiungimento del quorum minimo di costituzione. Ha ricoperto al Senato le cariche di segretario della Commissione Bilancio, membro della Giunta per le Elezioni e del Comitato Parlamentare per i Procedimenti d'Accusa. Nel 2006 è stato eletto membro del Consiglio Generale del Partito Radicale Transnazionale, con la qualifica di "parlamentare supplente", per il quale era già stato attivista negli anni ottanta. Tra le sue azioni politiche la denuncia a carico dei vertici dell'UCOII (Unione Comunità Islamiche Italiane) alla Procura della Repubblica di Roma per aver posto sullo stesso piano le stragi naziste con le azioni militari israeliane in Libano. La denuncia ha portato a indagare gli esponenti dell'associazione da parte della Procura e della Digos per incitazione alla violenza razziale. È fra i deputati contrari alla proposta di dimezzare lo stipendio e le indennità dei parlamentari. Alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008, risultato tra i non eletti alla Camera dei deputati nella circoscrizione Lombardia 1 (province di Milano e Monza), è successivamente subentrato all'onorevole Cristiana Muscardini la quale ha rinunciato al seggio alla Camera e optato per un seggio al Parlamento europeo. È consigliere politico del ministro Maria Stella Gelmini. È stato co-firmatario del disegno di legge per il distacco di sette comuni dell'alta Val Marecchia dalla regione Marche per la loro aggregazione all'Emilia-Romagna. Stracquadanio è anche noto per alcune sue prese di posizione che hanno generato controversie e polemiche; ha avuto scontri verbali, tra gli altri, con il vicedirettore dell'Unità, Gianni Barbacetto e Marco Lillo de Il Fatto Quotidiano, Milena Gabanelli, l'attuale presidente del Cda della Rai, Paolo Garimberti, oltre a Luigi Amicone, direttore di Tempi, periodico di Comunione e Liberazione. Il 20 novembre 2009 ha rilasciato un'intervista a Il Fatto Quotidiano in cui si è dichiarato a favore delle leggi ad personam, contrario alla reintroduzione del voto di preferenza e all'espressione del dissenso all'interno del Popolo delle Libertà. Ha inoltre dichiarato che l'editto bulgaro avrebbe dovuto contenere più nomi, e che Augusto Minzolini avrebbe dovuto rendere esplicita la linea editoriale del TG1 a favore del governo Berlusconi IV. Nell'estate 2010 ha invocato contro Gianfranco Fini il "trattamento Boffo", ossia l'attacco politico-giornalistico a colpi di dossier falsi, di cui è stato oggetto Dino Boffo nel 2009. Ha inoltre dichiarato in Senato che L'Aquila "era una città che stava morendo, indipendentemente dal terremoto e il terremoto ne ha certificato la morte civile". Il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente ha sporto querela contro di lui; il Terremoto dell'Aquila del 2009 ha provocato un totale di 308 vittime. Ha inoltre negato la presenza di una crisi industriale nel caso della Vynils. A seguito della denuncia di Angela Napoli sulla prostituzione di alcune colleghe politiche in cambio di cariche pubbliche, si è dichiarato a favore dell'uso della prostituzione per fare carriera nella politica italiana. Stracquadanio ha cercato di introdurre un emendamento al decreto sicurezza che avrebbe reso non rintracciabili le buste paga dei dipendenti delle aziende vincitrici di appalti pubblici, così favorendo il lavoro nero.

...ora si capiscono tante cose...

martedì 5 aprile 2011

Fascisti

Presentato al Senato un ddl costituzionale per l'abolizione della norma transitoria e finale della Costituzione che vieta la "riorganizzazione del disciolto partito fascista".

A presentarlo è stato il senatore del Pdl Cristano De Eccher, cofirmatari i senatori del Pdl Fabrizio Di Stefano, Francesco Bevilacqua, Giorgio Bornacin, Achille Totaro e il senatore Fli Egidio Digilio, che dopo un colloquio con il vicepresidente del suo gruppo Italo Bocchino ha deciso di ritirare la firma.


Cristiano De Eccher (in alto a sinistra), Fabrizio Di Stefano (in alto al centro), Francesco Bevilacqua (in altro a destra), Giorgio Bornacin ( in basso a sinistra), Achille Totaro (in basso al centro), Egidio Digilio ( in basso a destra). 


Sì al conflitto di attribuzione

La Camera dice sì al conflitto di attribuzione. L’aula ha così approvato la proposta avanzata dalla maggioranza di sollevare un conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato sul caso Ruby. 

Intanto in piazza fuori da Montecitorio va in scena il Democrazia Day, iniziativa promossa dal Popolo Viola, insieme a diversi partiti e associazioni (hanno aderito Articolo 21 e Libertà e Giustizia, Move On Italiano, Antonio Di Pietro e l’Idv, oltre a diversi parlamentari Pd e Fli).

L’aula della Camera ha approvato il conflitto di attribuzione per 314 voti a favore e 302 voti contrari (solo 12 i voti di scarto). L'obiettivo della maggioranza era quello di chiedere alla Consulta di pronunciarsi sulla competenza del tribunale dei Ministri per il processo che vede coinvolto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sottraendolo a quella dell'autorità giudiziaria di Milano.

Obiettivo, ahimè, raggiunto.

lunedì 4 aprile 2011

Per il bene del paese

In Spagna: l'attuale premier socialista spagnolo Josè Luis Zapatero annuncia:
"Non mi ricandiderò alle elezioni del 2012 ... avevo detto al mio arrivo al governo, sette anni fa, che otto anni, due mandati, sono un periodo che un esponente politico non deve superare. Per il bene del partito, del paese, dell'idea che abbiamo di democrazia. Persino, se me lo consentite, della propria famiglia. Otto anni sono il tempo necessario per fare, oltre il quale è giusto lasciar fare ad altri".
Zapatero, 50 anni, al potere da due legislature. "Due mandati sono sufficienti".

In Italia: l'attuale Ministro della Giustizia italiano Angelino Alfano annuncia:
"Nel 2013 il candidato premier sarà Silvio Berlusconi. Il resto è fantapolitica. Non gioco al Fantacalcio, figuriamoci alla fantapolitica".
Berlusconi, 75 anni, al potere da quattro legislature (in politica da 17 anni).

Liberi tutti (i criminali) - Marco Travaglio


Fonte: Blog di Beppe Grillo