Il regolamento Agcom (ovvero l’Autorità Garante per le Comunicazioni), che non è ancora stato pubblicato e reso ufficiale, secondo le indiscrezioni circolate in questi giorni, apporterebbe delle modifiche sostanziali:
- l'applicazione del regolamento solo per soggetti professionisti (web radio o web tv) con ricavi superiori a 100mila euro.
- cancellato l'onere di un'autorizzazione obbligatoria da parte del Ministero, mutandola in una semplice comunicazione di inizio attività.
- messo da parte il versamento obbligatorio di una tassa annuale di 3000 euro – impraticabile per la gran parte dei produttori di contenuti in rete – tramutandola in un contributo di 500 euro per le web tv e di 250 euro per le web radio.
Il colpo di mano di Romani, quindi, pare essere stato fermato. La versione originale del suo Decreto, infatti, oltre a uccidere tutta l'informazione alternativa, locale e libera presente in rete, avrebbe dato una mazzata autoritaria al web in generale, facendo dell'Italia l'unico caso nel mondo Occidentale ad applicare regole così ferree per la rete.
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