Gli Stati Uniti perdono per la prima volta nella loro storia il rating di "AAA": a non considerare più i titoli di stato americani fra i più sicuri investimenti al mondo è Standard & Poor’s. L’amministrazione Obama ha attaccato gli analisti dell’agenzia, sostenendo di aver trovato un errore da 2 mila miliardi di dollari nei calcoli. Rabbia, dunque, mista a sgomento all’interno dell’amministrazione Obama che adesso si trova con il triste primato di essere il primo governo nella storia statunitense che ha visto un abbassamento del giudizio di rating sul debito del Paese.
L’agenzia di rating ritiene che i tagli approvati da Washington per elevare il tetto del suo debito non siano stati sufficientemente severi. Una dura critica, dunque, tanto al Congresso, che all’amministrazione Obama. La Casa Bianca può ribattere che si tratta dell'unica agenzia di rating che ha adottato un passo tanto drastico: dopo l’annuncio dell’accordo, all’inizio della settimana, tanto Moody’s che Fitch decisero infatti di mantenere la categoria AAA per gli Usa; ma anche se si tratta di una sola agenzia, il danno psicologico e l’effetto sui mercati sarà probabilmente inevitabile.
Il taglio del rating, da "tripla A" in "AA+", potrebbe avere delle ripercussioni: aumentando la mancanza di fiducia nel sistema politico e causando il downgrade di aziende e stati, per i quali i costi di finanziamento potrebbero salire. La maggiore preoccupazione è verificare se la decisione avrà un impatto sull’appetito degli investitori esteri per il debito americano.
La prima conseguenza è arrivata da Pechino: “La Cina, il più grande creditore dell’unica superpotenza mondiale, ha tutto il diritto – si legge in un durissimo commento diffuso dall’agenzia Nuova Cina – di chiedere oggi agli Stati Uniti la soluzione dei problemi di debito strutturali e garantire la sicurezza degli asset cinesi denominati in dollari”.
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