Tempo fà avevo trattato l'argomento dei referendum sull'acqua e sul nucleare. Decisione di oggi: "Ho comunicato al consiglio dei ministri la decisione di firmare nei prossimi giorni il decreto per l'indizione delle elezioni amministrative il 15 e 16 maggio" ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni al termine del Consiglio dei Ministri. Mentre per i referendum (sul legittimo impedimento, la privatizzazione dell'acqua e il ritorno all'energia nucleare) il responsabile del Viminale ha detto di essere orientato per la data del 12 giugno (ultima domenica utile), impedendo quindi l'election day come invece richiesto dai comitati promotori. Insorgono le opposizioni (Pd, Idv, Udc, Sel) affermando unanimamente che questa decisione porterà ad uno spreco enorme (si parla di circa 350 milioni di euro) di denaro pubblico (soldi di noi cittadini).
Questa scelta da parte di Maroni è la chiara dimostrazione del fatto che il governo teme "il volere popolare" e fa di tutto per ostacolarne (con scelte molto discutibili) lo svolgimento.
I comitati "2 sì per l’acqua bene comune" e "Fermiamo il nucleare" attaccano la scelta di Maroni: "Il 12 giugno le scuole saranno già chiuse e l’inizio della stagione estiva rappresenterà per chi può permetterselo un incentivo ad andarsene fuori città. Questo almeno nei desiderata del ministro e del governo di cui fa parte, che evidentemente teme che questa volta i referendum possano raggiungere il quorum e i sì vincere".
Hanno paura.
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