La penetrazione della banda larga in Italia è del 22 per cento, contro una media europea del 26 per cento. Abbiamo aree che sono prive di connessione a banda larga e altre che hanno solo connessioni a velocità molto ridotta.
Gli investimenti nella banda larga possono generare alti ritorni per l'economia, ma la situazione è in totale stallo. Gli investimenti pubblici sono stati sospesi, mentre nel settore privato, condizionato da imprese telefoniche che operano in mercati regolati, è in corso un "tutti contro tutti" dannoso per il Paese.
Studi recenti hanno evidenziato l'effetto positivo degli investimenti nella banda larga. In particolare è emerso che 0,24 punti percentuali della crescita dei Paesi europei, su un tasso medio pari a 2,64 per cento per il periodo 2002-2007, possono essere attribuiti agli effetti diretti e indiretti degli investimenti nella banda larga. In Italia il contributo è stato dello 0,15 per cento.
Uno studio della Banca mondiale, inoltre, ha dimostrato che una variazione di 10 punti percentuali della penetrazione della banda larga genera un aumento di 1,21 punti percentuali di crescita del Pil pro capite nelle economie sviluppate. Un aumento tutt'altro che irrilevante.
Se il mercato è bloccato e le imprese si arroccano in una posizione di stallo, l'intervanto pubblico sulla Rete diventa la soluzione più ragionevole. E' successo esattamente questo in altri Paesi, come il Giappone e l'Australia. Trovare i soldi in questa fase di congiuntura economica negativa non è facile, ma non è più possibile rimandare.
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