Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha annunciato al mondo che il 2012 sarà "The International Year for Sustainable Energy": l’Anno Internazionale dell’Energia Sostenibile. L’iniziativa si propone verso un miglioramento della qualità della vita di oltre un miliardo e 600 milioni di persone che vivono nei Paesi in via di sviluppo e che ancora non hanno l’accesso all’elettricità. I servizi energetici sono alla base non solo della produttività industriale ed economica ma anche dei servizi sanitari, dei sistemi di sicurezza alimentare e dell’acqua e dei sistemi di comunicazione. “La nostra sfida – spiega Ban Ki-moon – è la trasformazione. Abbiamo bisogno di una rivoluzione globale per l’energia pulita, una rivoluzione che renda l’energia disponibile e accessibile a tutti. È essenziale per rendere minimi i rischi climatici, per ridurre la povertà e migliorare la salute del Pianeta, la crescita economica, la pace e la sicurezza”.
In piena fase di crescita delle esigenze globali di energia, il segretario generale dell’Onu invita i Paesi a maturare scelte accurate che portino nel lungo periodo all’abbandono dei carburanti fossili, ancora prevalenti e dannosi sia per l’ambiente che per la salute. E’ stato stimato che il consumo energetico nel prossimo ventennio crescerà del 40%, quindi Paesi emergenti e Paesi industrializzati devono adoperarsi affinché l’energia pulita sia alla portata di tutti. Per raggiungere l’obiettivo fissato al 2030, ha spiegato poi Ban Ki-moon, è necessario “investire in capitale intellettuale che creerà nuove tecnologie green. Abbiamo bisogno di aumentare la spesa pubblica e privata in ricerca e sviluppo, e che i governi offrano i giusti incentivi”. L’anno internazionale dell’energia sostenibile costituirà inoltre una preziosa opportunità di sensibilizzazione ambientale riguardo l’importanza del consumo energetico pulito. L’impossibilità di usufruire di energia pulita impedisce lo sviluppo umano, sociale ed economico, rappresentando un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi del millennio, cioè di sviluppo sostenibile.
In Italia il ruolo delle energie rinnovabili è in crescita grazie anche alla crescente consapevolezza del ruolo rilevante delle energie pulite in termini di risparmio energetico ed economico.
Secondo le stime del Gestore dei servizi energetici (Gse), quasi il 23% della produzione di energia elettrica è costituita da energie rinnovabili. Un importante ruolo è occupato dall’idroelettrico e sono in aumento eolico e biomasse, scavalcando il geotermico. Anche il fotovoltaico si sta diffondendo. Ormai 3 italiani su 4 sarebbero favorevoli ad un maggior utilizzo di fonti rinnovabili malgrado i rincari delle bollette (fino a 30 € in più all’anno), anche se eco-incentivi maggiori dallo Stato farebbero apprezzare lo sforzo. Ma nonostante la tendenza a prestare maggior attenzione all’uso delle eco-energie, in Italia si assiste ad una debole ricerca nei confronti delle energie rinnovabili che non consente di sfruttare al massimo tutte le potenzialità del nostro Paese. L’utilizzo di incentivi avrebbe senso se fosse rivolto anche alla crescita tecnologica creando vantaggi industriali ed economici. Dal punto di vista ambientale, la ricerca nel campo energetico non è l’unico punto negativo in Italia confrontata agli altri Stati europei.
Il caso dell’inquinamento cittadino è molto sentito soprattutto nella zona della pianura padana, in testa la città di Milano. La principale politica è quella del blocco del traffico, delle ZTS o, in passato, delle targhe alterne. Tutti sistemi contenitivi ma non risolutivi del problema. Nell’ambito della mobilità sostenibile sono da tempo attivi i progetti di Euromobility, ma i risultati dei dati del 2011 per l’Italia sono durissimi: punto morto. Non perché non esistano i servizi di bike sharing o di car sharing, ma perché questi sono ininfluenti, troppo poco sviluppati rispetto al numero di abitanti che potrebbero usufruire del servizio, al punto che sono ancora pochissimi a conoscere queste iniziative. Come se non bastasse, le maggior parte delle piste ciclabili a Milano sono fuori norma e quindi sostanzialmente inutili. Ad ogni modo, il diffondersi di una nuova coscienza ambientale negli italiani sarà il più grande segnale che le amministrazioni pubbliche potranno registrare. Le prospettive per il futuro sono quindi incoraggianti, si può solo migliorare. L’importante è non smettere di parlarne. A questo proposito viene in aiuto lo strumento di informazione popolare più rinomato negli ultimi anni: Facebook. Il noto social network, dopo essere stato fortemente criticato per dipendere energeticamente da combustibili fossili, si è schierato con Greenpeace, compiendo una svolta ecologica. Per gli utenti si sta programmando, con la collaborazione del Natural Resources Defence Council e Opower, un’applicazione specifica in grado di permettere di tenere sotto controllo i consumi energetici domestici, consentendo anche di confrontarli con quelli dei nostri amici virtuali. Inoltre potranno essere condivisi consigli su come evitare gli sprechi. Il risparmio energetico è importante per ottimizzare la propria casa e forse proprio Facebook potrebbe darci una mano. Si confida quindi nella massima partecipazione a questo tipo di monitoraggio innovativo, partito dalla rete sociale. Nel frattempo, aspettando questa applicazione, continuiamo ad attenerci alle regole per il risparmio energetico.
Il caso dell’inquinamento cittadino è molto sentito soprattutto nella zona della pianura padana, in testa la città di Milano. La principale politica è quella del blocco del traffico, delle ZTS o, in passato, delle targhe alterne. Tutti sistemi contenitivi ma non risolutivi del problema. Nell’ambito della mobilità sostenibile sono da tempo attivi i progetti di Euromobility, ma i risultati dei dati del 2011 per l’Italia sono durissimi: punto morto. Non perché non esistano i servizi di bike sharing o di car sharing, ma perché questi sono ininfluenti, troppo poco sviluppati rispetto al numero di abitanti che potrebbero usufruire del servizio, al punto che sono ancora pochissimi a conoscere queste iniziative. Come se non bastasse, le maggior parte delle piste ciclabili a Milano sono fuori norma e quindi sostanzialmente inutili. Ad ogni modo, il diffondersi di una nuova coscienza ambientale negli italiani sarà il più grande segnale che le amministrazioni pubbliche potranno registrare. Le prospettive per il futuro sono quindi incoraggianti, si può solo migliorare. L’importante è non smettere di parlarne. A questo proposito viene in aiuto lo strumento di informazione popolare più rinomato negli ultimi anni: Facebook. Il noto social network, dopo essere stato fortemente criticato per dipendere energeticamente da combustibili fossili, si è schierato con Greenpeace, compiendo una svolta ecologica. Per gli utenti si sta programmando, con la collaborazione del Natural Resources Defence Council e Opower, un’applicazione specifica in grado di permettere di tenere sotto controllo i consumi energetici domestici, consentendo anche di confrontarli con quelli dei nostri amici virtuali. Inoltre potranno essere condivisi consigli su come evitare gli sprechi. Il risparmio energetico è importante per ottimizzare la propria casa e forse proprio Facebook potrebbe darci una mano. Si confida quindi nella massima partecipazione a questo tipo di monitoraggio innovativo, partito dalla rete sociale. Nel frattempo, aspettando questa applicazione, continuiamo ad attenerci alle regole per il risparmio energetico.
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