E' morto Giulio Andreotti, aveva 94 anni.
E' stato un politico, scrittore e giornalista italiano. È stato uno dei principali esponenti della Democrazia Cristiana, protagonista, per tutta la seconda metà del XX secolo, della vita politica italiana.
E' stato sette volte Presidente del Consiglio; otto volte ministro della Difesa; cinque volte ministro degli Esteri; tre volte ministro delle Partecipazioni Statali; due volte ministro delle Finanze, ministro del Bilancio e ministro dell'Industria; una volta ministro del Tesoro, ministro dell'Interno, ministro dei Beni Culturali e ministro delle Politiche Comunitarie.
È sempre stato presente dal 1945 in poi nelle Assemblee Legislative italiane: dalla Consulta Nazionale all'Assemblea Costituente, e poi nel Parlamento italiano dal 1948, come deputato fino al 1991 e successivamente come Senatore a vita.
Il 2 maggio 2003 è stato giudicato per concorso esterno in associazione mafiosa dalla Corte d'Appello di Palermo, la quale lo ha assolto per i fatti successivi al 1980 e ha dichiarato il non luogo a procedere per i fatti anteriori. Era stato assolto in primo grado, il 23 ottobre 1999.
Nell'ultimo grado di giudizio, la II sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di appello, richiamando il concetto di "concreta collaborazione" con esponenti di spicco di Cosa Nostra fino alla primavera del 1980, presente nel dispositivo di appello. Il reato "ravvisabile" non era però più perseguibile per sopravvenuta prescrizione e quindi si è dichiarato il "non luogo a procedere" nei confronti di Giulio Andreotti.
[ultime pagine della sentenza della Corte d'Appello di Palermo: leggi il testo]
[ultime pagine della sentenza della Corte d'Appello di Palermo: leggi il testo]
La notizia della morte di Giulio Andreotti spopola sul web. Sui social networks, da Facebook a Twitter, il nome dell'ex Senatore a vita è il più citato, commentato e condiviso. In queste ultime ore ad esempio, su Twitter, l’hashtag #Andreotti è uno dei più utilizzati; migliaia i messaggi (molti ironici).
In suo ricordo condivido il video, di qualche anno fà, del mitico Piero Ricca:
"Scusi sen. Andreotti, lei è mafioso?"
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